VORTIOXETINA per ipocondria, DOC e ansia?
Salve dottore, ho 48 anni.
Circa 12 anni fa ho cominciato ad utilizzare ESCITALOPRAM in seguito ad un evento depressivo per una colonscopia che io, ipocondriaco, ho male interpretato.
Ho sempre sofferto di ansia, sudorazione eccessiva, dipendente da farmaci per ogni piccolezza, affetto da manie, DOC, come il controllo delle mie parti del corpo per valutare simmetrie o trovare qualcosa che non va. Per caso l'anno scorso, non riuscendo più a controllare la sudorazione eccessiva, ho deciso di passare da ESCITALOPRAM ad ANAFRANIL, che per circa un anno mi ha fatto stare bene, ma poi, a causa dei disturbi collaterali, come stitichezza, ho provato a cambiare e con il mio medico di base ho fatto un pasticcio, passando dal SOLIAN, all AMISUPRIDE e altro in poche settimane.
Mi sono rivolto ad uno psichiatra che mi ha fatto riprendere ANAFRANIL da 75 mg con SYCREST 5 mg alla sera per il sonno. Sono stato bene da marzo a giugno, quando la depressione è tornata prepotentemente fino al ricovero in psichiatria, dove però la terapia è rimasta la stessa e a pochi giorni dalla dimissione sono ricaduto nel baratro.
Ho cambiato psichiatra e abbiamo provato dapprima con la PAROXETINA, ma l'ansia è arrivata alle stelle, poi siamo passati alla VENLAFAXINA, ma la depressione è peggiorata e ho avuto ipertensione, attualmente dopo i vari switch e scalaggi sono tornato ad ANAFRANIL150 mg, QUETIAPINA 50 mg mattina e pomeriggio e SYCREST per dormire.
Mi sento sempre apatico, senza forze, depresso, ho ideazioni suicide, il mio DOC è aumentato, non ce la faccio più ad andare avanti.
Ecco io le chiedo se un ulteriore cambio di farmaco, magari il passaggio a VORTIOXETINA, potrebbe giovare o dopo tutti questi mesi a cambiare molecola sarebbe il caso di mettere a riposo il corpo togliendo qualsiasi farmaco e disintossicare l'organismo?
la ringrazio
Gentile Ilaria,
la ringrazio per il suo contributo.
Ho notato che ha scritto che l'anno scorso ha cambiato farmaco da ESCITALOPRAM a CLOMIPRAMINA (principio attivo dell'ANAFRANIL) "per caso", mi chiedo cosa volesse dire con questa espressione.
Immagino che sia stato il risultato di una valutazione clinica e farmacologica "misurata" e pensata sulle sue esigenze dal suo psichiatra che la conosce in quanto l'ha visitata in più occasioni e le ha fatto fare degli approfondimenti come ECG e esami ematici. Questo sarebbe la modalità più adeguata per affrontare un cambio di cura.
Quindi riferisce di essere passata dal SOLIAN (il cui principio attivo è AMISULPRIDE) ad AMISULPRIDE.
Immagino una distrazione nella sua cronaca. Ma quale sarebbe stato il razionale di questo cambiamento?
E' successivamente passata a due psichiatri (come mai due? Immagino abbia dovuto rispiegare tutto daccapo al secondo collega. Era proprio necessario?) che hanno utilizzato diverse molecole, ma sembrerebbe senza ottenere un reale miglioramento.
Ovviamente non sono nella possibilità di esprimere un parere sulle sue cure perchè non dispongo dei dati clinici e anamnestici minimi fondamentali sulla sua persona. Posso però consigliarle di non confondere la non risposta ad una cura alla non preparazione del suo medico, sono due aspetti differenti: cambiare medico comporta l'affidarsi ad un medico che ha la necessità di conoscerla per valutare al meglio l'avvio di una cura personalizzata. Rappresenta insomma una potenziale perdita di tempo che alla fine la penalizza, invece di costruire una collaborazione basata sulla fiducia.
Circa la sua domanda la devo informare che VORTIOXETINA è indicata e approvata in Italia per il trattamento della depressione maggiore e invece non è particolarmente indicato nella cura del DOC. Non mi risultano esserci in letteratura studi specifici a tal proposito, se non isolati casa study di singoli casi (e a volte anche di casi che peggiorano con l'uso di tale molecola).
Cerchi di parlare e confrontarsi con il suo specialista e di costruire con lui una strategia a lungo termine basata sulla fiducia e non trascuri l'opportunità di avviare un lavoro psicoterapeutico.
Un cordiale saluto
Federico Baranzini