Vortioxetina, 20 mg danno una risposta più rapida?
Gentile Lorenzo,
la ringrazio per la sua domanda che ci permette di toccare un tema molto sentito dai pazienti, ovvero quello della rapidità di azione dei farmaci antidepressivi.
Inizio con il ricordare che l’effetto dei farmaci SSRI e SNRI è mediato da più meccanismi recettoriali pre e post sinaptici ancora oggi non del tutto noti. Tali effetti vedono nella plasticità neuronale e sinaptica un fenomeno fondamentale per la stabilità e durata della loro azione ma proprio per questo anche della loro “lentezza”.
La lentezza caratteristica dei farmaci antidepressivi deriva proprio dal fatto che la loro azione pè mediata a livello del SNC da un effetto plastico e come tale questo effetto necessità di giorni e a volte settimane per esplicarsi in toto.
Negli ultimi anni qualche molecola è stata introdotta sul mercato con l’ambizione di poter risultare più veloce nell’esplicare il suo effetto. Ricordo escitalopram e appunto vortioxetina. Dalle 4-6 settimane necessarie ad altre molecole, a queste molecole possono essere sufficienti 2 settimane per iniziare ad essere efficaci e di aiuto ai pazienti.
In realtà, nella mia esperienza cinica, ciò non è sempre vero (non sempre sono 2 settimane!), come può essere vero invece anche per altre molecole storicamente note come “molecole lente”. Questo deriva dal fatto che l’elemento differenziale lo fa sempre il paziente e il suo particolare soggettivo e unico assetto profilo recettoriale : nessuno è uguale agli altri e ognuno ha la propria sensibilità.
Anche vortioxetina può necessitare dalle 4 alle 6 settimane. Nemmeno la somministrazione in vena è risultata più efficace nel accorciare i tempi di risposta.
Un cordiale saluto
Federico Baranzini
Grazie mille Dottore per la celere risposta, molto chiara e diretta, a questo punto mi affido alla sensibilità del mio SNC che come ha fatto comparire i primi sintomi avversi durante l’uso del primo Antidepressivo, sia altrettanto veloce a far sì che il secondo (attualmente in uso) faccia il suo dovere in tempi congrui senza aspettare mesi. Vivere in queste situazioni porta ad avere un punto di sopportazione davvero basso, l’asticella della sopporta/stringi i denti è davvero bassa e convivere con i sintomi avversi, seppur di bassa entità, scoraggia e fa perdere la speranza in poco tempo. Non mi resta che augurarmi ed augurare a tutti quelli che sono nella mia stessa condizione di vivere ancora pochi momenti difficili di breve durata e di iniziare a vivere normalmente quanto prima.
Grazie ancora
Caro Lorenzo,
ringrazio lei per la sua testimonianza. Ha ragione: anche se lievi i sintomi collaterali rappresentano un ostacolo e una fonte di frustrazione se non vengono bilanciati e resi “solo” un male necessario -per arrivare a stare meglio agli occhi del paziente- da consistenti e significativi effetti terapeutici!
Con i migliori auguri
Federico Baranzini