Teratogenità farmaci psichiatrici in Gravidanza
Buongiorno,
mia figlia, di anni 19, è da un anno in terapia farmacologica con i seguenti dosaggi: sertralina 75 mg al dì, aripiprazolo (Abilify) 15 mg al dì in due somministrazioni, lorazepam (Tavor) 1, 5 mg al dì in due somministrazioni, litio (Resilient) 124, 5 mg al dì
Mia figlia potrebbe essere rimasta incinta e dato che l'accertamento di ciò non è immediato, chiedo se i farmaci che sta prendendo possono essere, anche per effetti a lungo termine, dannosi per il feto.
Ovviamente questa domanda, pur se in particolare posta ora a breve distanza dal concepimento, vale per l'intera durata della eventuale gravidanza.
Grazie mille e cordiali saluti
Stefano
Gentile Stefano,
La situazione che descrive è certamente complessa e richiede un'attenzione immediata e accurata. La priorità principale è che sua figlia consulti al più presto sia il suo psichiatra che un ginecologo o un ostetrico. Questi professionisti saranno in grado di valutare correttamente i rischi e i benefici della continuazione, della modifica o dell'interruzione della terapia farmacologica in corso.
I farmaci che sua figlia sta assumendo hanno effetti diversi durante la gravidanza. La sertralina, per esempio, è considerata relativamente sicura, ma richiede comunque un attento monitoraggio. L'aripiprazolo, d'altra parte, ha dati limitati sulla sicurezza durante la gravidanza e potrebbe causare sintomi extrapiramidali nel neonato se usato nel terzo trimestre. Il lorazepam è associato a un lieve aumento del rischio di malformazioni se assunto nel primo trimestre e può causare sintomi di astinenza nel neonato se usato nel terzo trimestre.
Infine, il litio può aumentare il rischio di malformazioni cardiache, specialmente se assunto durante il primo trimestre.
È fondamentale che un medico valuti attentamente i rischi dell'esposizione del feto ai farmaci contro i rischi di una possibile ricaduta della madre se la terapia venisse interrotta. In caso di conferma della gravidanza, potrebbe essere necessario modificare il regime terapeutico o le dosi dei farmaci per minimizzare i rischi per il feto, mantenendo al contempo la stabilità della madre.
Inoltre, è importante che sua figlia riceva un adeguato supporto psicologico durante questo periodo, che può essere estremamente stressante. Il supporto emotivo da parte della famiglia e degli amici può fare una grande differenza.
La cosa più importante è che sua figlia non apporti modifiche alla sua terapia senza consultare i medici. La collaborazione tra psichiatra, ginecologo e altri specialisti garantirà un approccio multidisciplinare che tenga conto di tutti gli aspetti della salute di sua figlia e del futuro bambino.
Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini