SSRI e Maladaptive daydreaming (sogni ad occhi aperti disadattivi)
Sono un ragazzo di 32 anni.
Sin da quando ero bambino non faccio altro che sognare ad occhi aperti (tipo i sogni di Walter Mitty), in ogni situazione , piacevole o spiacevole, interessante o noiosa , bella o brutta. Ovviamente per me è un disturbo grave ed invalidante, altrimenti non le avrei scritto e posto il mio problema.
Ho fallito negli studi, da piccolo non guardavo cartoni animati o film. E ad oggi mi porto dietro gli stessi problemi. Ho preso per quasi 2 anni 300 mg al giorno di BUPROPIONE , ma il problema non si è risolto. Il vagabondaggio mentale è rimasto.
Il problema si riduce quando utilizzo alte dosi di farmaci che agiscono sulla serotonina, che , come può immaginare , hanno effetti collaterali davvero poco sopportabili.
Da 8 mesi a questa parte sto assumendo SERTRALINA 150 mg al giorno, con buoni risultati.
Volevo chiederle se è vero che farmaci come la VORTIOXETINA e la DULOXETINA hanno un minor impatto sulla vita sessuale di chi li assume. E se secondo lei possono avere gli stessi effetti sul sognare ad occhi aperti.
Grazie
Gentile Federico,
intanto grazie per il contributo che mi permette di parlare un po' di una condizione molto poca nota e dibattuta anche a livello di ricerca . La domanda inoltre è sicuramente di attualità.
Due parole sul sintomo che lei descrive molto bene e che la perseguita.
Il Maladaptive Daydreaming non è una malttia ma un sintomo e come tale può associarsi in linea teorica a diverse cause sottostanti. Clinicamente come già detto da lei può portare a trascurare le relazioni e le responsabilità della vita reale, con conseguente disagio clinico e compromissione funzionale. Se ciò non accade allora rinetra in una forma più fisiologica e se ci pensiamo in effetti un po' tutti possono aver provato nella vita momenti di sospensione sognante o immaginifica ad occhi aperti.
La comunità di pazienti online ha abbracciato il termine a partire proprio dai gruppi e forum di discussione presenti sul web perché questa dicitura descrive bene il problema e perché le etichette diagnostiche esistenti in ambito medico sembravano inadeguate.
Va detto che in effetti la ricerca scientifica in questo campo è stata scarsa e si è basata su studi con disegni deboli di tipo trasversale o descrittivo su singoli casi.
Le conoscenze esistenti su questa condizione suggeriscono una correlazione con tratti di personalità dissociativa e ossessivo compulsiva, nonché sembrerebbe esservi un funzionamento a rinforzo positivo come nei disturbi da dipendenza patologica.
In uno studio del 2021 si è riscontrato che la dissociazione e il senso di controllo sono aspetti che intervengono nel mediare significativamente l'associazione tra maladaptive deydreaming e disturbo ossessivo compulsivo. Il sintomo del Maladaptive Daydreaming in tale studio era moderatamente correlato sia alle ossessioni che alle compulsioni. Le ossessioni e le compulsioni più frequenti tra i partecipanti includevano le compulsioni da controllo e da ripetizione, le ossessioni intrusive e le ossessioni e compulsioni legate al corpo.
Secondo i rilievi ottenuti da un altro studio del 2018 esiste una precisa e diretta correlazione tra l'insorgenza di tale sintomo (e la sua intensità e frequenza) con altri sintomi psicopatologici che possono comparire successivamente, tra i quali ancora una volta i sintomi ossessivi e compulsivi, dissociazione e emozioni negative. Interessante notare che solo i sintomi ossessivo compulsivi possono precedere ovvero essere già presenti nel paziente all'esprimersi di questi sogni vividi ad occhi aperti.
Il Maladaptive Daydreaming e i sintomi ossessivo-compulsivi quindi tendono a collegarsi in quello che sembra essere un circolo vizioso e pertanto gli studiosi sono convinti che la comprensione dei possibili meccanismi condivisi tra questi sintomi potrà aiutare la comprensione dell'eziologia del Maladaptive Daydreaming.
A livello molecolare potrebbero essere coinvolti nello sviluppo o nel mantenimento di questa condizione proprio i livelli di serotonina in determinate aree del cervello e quanto da lei riferito andrebbe empiricamente a confermare tale ipotesi. Altri ricercatori ipotizzano, sulla base di determinate caratteristiche del disturbo che, forse, l'utilizzo di tecniche di "prevenzione della risposta" possono essere utili per frenare o intercettare i sogni a occhi aperti. Come accade nella prevenzione del craving da sostanze o più in generale nelle dipendenze.
Per giungere alla sua domanda, si queste molecole sono state descritte essere meno impattanti sulla sfera sessuale di altre sicuramente più usate nella comunità medica e psichiatrica, ma attenzione, ciò non vuol dire che non abbiano a loro volta degli effetti collaterali: VORTIOXETINA per esempio si associa spesso a nausea e a prurito, mentre DULOXETINA a ansia agitazione e insonnia.
Un cordiale saluto
Federico Baranzini