Scalaggio paroxetina come fare?
Buonasera Dottore,
ho 39 anni e dal 2020 assumo paroxetina, per forte ansia e due attacchi di panico, me l’ha prescritta il medico di famiglia.
A suo tempo ho iniziato con 10mg per una settimana e subito dopo sono passata a 20. Nel 2023 ho provato a scalare prima 10 mg per un mese e dopo 5 mg ma era tornata l’ansia e quindi sono tornata a 10mg.
Ad inizio aprile 2025 ho deciso chiedendo al medico di scalarla nuovamente, la prima settimana tutto bene, poi è tornata l’ansia (credo astinenza) con giramenti di testa, dolore allo stomaco, durato all’incirca 10 giorni. Ora è tornata nuovamente l’ansia..
Per scalarla meglio mi sono fatta prescrivere quella in gocce.
Secondo lei come devo procedere adesso? Ho chiesto consiglio al medico ma non mi è stato molto di aiuto.
Io avevo pensato un mese a 4gtt, un mese a 3gtt e via dicendo fino ad arrivare a una.
Ho paura di fare tutto troppo velocemente.. per favore può aiutarmi nello scalare e togliere definitivamente il farmaco.
Spero di ricevere una sua risposta su come fare.
La ringrazio già da adesso.
Francesca
Buonasera Francesca,
la ringrazio molto per aver scritto qui e per la fiducia che ha riposto nel raccontare con sincerità il suo percorso.
Ci sono alcuni aspetti clinici importanti che emergono dalla sua storia e che meritano una riflessione. Prima di tutto, i sintomi che descrive in fase di sospensione sono molto tipici per la paroxetina, che tra tutti gli SSRI è quello che più frequentemente dà sintomi di astinenza se viene sospeso troppo rapidamente. Questo avviene anche con dosaggi considerati "bassi", proprio perché la molecola ha un'emivita breve e un effetto potente a livello serotoninergico. Inoltre, non è sempre facile distinguere se i sintomi che emergono siano effetto dell’astinenza biochimica o una ricaduta della sintomatologia ansiosa di base. In entrambi i casi, però, il consiglio è procedere in modo estremamente graduale e con un accompagnamento medico e psicoterapeutico, se possibile.
La sua idea di utilizzare le gocce è molto buona: è esattamente quello che consiglio nei casi come il suo, perché le gocce permettono una riduzione più millimetrica rispetto alle compresse. Ogni goccia di paroxetina corrisponde a 1 mg, quindi può davvero ridurre molto lentamente.
Personalmente, nei pazienti che hanno avuto difficoltà nello scalaggio, consiglio protocolli più lenti, anche con riduzioni di 1 goccia ogni 4-6 settimane. Il suo programma (1 mese a 4 gtt, poi 3, poi 2...) è già molto cauto, ma se già a 4 gocce sente l’ansia riattivarsi, potrebbe essere utile fermarsi a lungo a quel dosaggio, anche per 2 o 3 mesi, e solo dopo stabilizzazione ridurre ancora. In alcuni casi faccio addirittura usare dosaggi intermedi (es. alternare 3 e 4 gocce a giorni alterni per 2 settimane, poi solo 3, poi alternare 3 e 2, ecc.).
Importante: in parallelo, è fondamentale lavorare su altri aspetti della gestione dell’ansia, con tecniche psicoterapiche (es. terapia cognitiva, training autogeno, EMDR, o psicoterapia a orientamento psicoanalitico, a seconda del caso) e, se possibile, potenziare lo stile di vita (ritmo sonno-veglia, attività fisica regolare come corsa o nuoto, alimentazione regolare, ecc.). Questo aiuta a creare un “terreno” più stabile e meno dipendente dal farmaco.
La sua domanda principale è come procedere ora nel togliere definitivamente la paroxetina. Le rispondo che è assolutamente possibile farlo, ma deve pensarlo come un processo a medio-lungo termine, non di settimane, ma di mesi. Il rischio di fare troppo in fretta, purtroppo, è ricadere, e in quel caso il secondo tentativo può risultare ancora più difficile. Ho seguito diverse pazienti con una storia molto simile alla sua: in molti casi, con un’uscita lenta e ben programmata, magari con supporto psicoterapeutico, sono riuscite a sospendere senza ricadute, anche dopo diversi anni di assunzione.
Infine, se i sintomi di ansia si ripresentano in modo troppo intenso nonostante lo scalaggio graduale, può essere utile valutare con uno psichiatra esperto se inserire temporaneamente un supporto fitoterapico o un altro tipo di ansiolitico a breve termine, per coprire quella fase di transizione, sempre con attenzione a non sviluppare dipendenze.
Spero davvero di esserle stato utile e la incoraggio a non avere fretta ma a rimanere determinata. È già molto avanti nel suo percorso e con il giusto ritmo e il giusto supporto potrà raggiungere il suo obiettivo in modo sicuro.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini