PAROXETINA e ZOLOFT possono portare alla demenza?
Salve,
desidero porle una domanda riguardo all'uso a lunghissimo termine di antidepressivi SSRI, in sintesi, circa 30 anni fa a causa di una stanchezza fisica e talvolta sonnolenza alla guida, mi sono rivolto ad un neurologo per comprendere la situazione, quest'ultimo mi prescrisse una cura di paroxetine 20 mg iniziando con 10 e mi ha parlato che la terapia doveva essere condotta per almeno sei mesi e questo tempo esagerato mi aveva creato perplessità' ebbene inizia la terapia ma senza sortire beneficio sulla stanchezza, passo ora ad un altro argomento per cristallizzare bene la situazione, poiché a 19 anni ho avuto un problema di prostatite, questa mi creo una sensibilità peniena ed eiaculazione precoce, a causa di questa paroxetine mi e' sembrata una manna dal cielo perché' non ho avevo piu' problemi di eiaculazione, anzi andavo benissimo.
Detta terapia che avrei voluto interrompere alla fine e' proseguita per lunghissimi anni circa 30, con passaggio tramite un andrologo da PAROXETINA a SERTRALINA , in sintesi non ho mai avuto problemi di depressione.
La domanda che le pongo e' la seguente, ho appena compiuto 60 anni, adesso accuso dimenticanze, non ricordo alcuni nomi, per esempio mi prendo un integratore e poco dopo non ricordo se l'ho preso, le chiedo possono questi SSRI creare problemi di demenza ? grazie
Buongiorno Luca,
la domanda che pone è molto pertinente e comprendo il suo dubbio, considerando il lunghissimo periodo di assunzione di antidepressivi SSRI che lei descrive (paroxetina prima, sertralina dopo).
Al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche conclusive che correlino l'uso a lungo termine degli SSRI (come paroxetina e sertralina) a un rischio significativamente aumentato di sviluppare demenza o disturbi neurocognitivi permanenti.
Tuttavia, alcune evidenze recenti hanno suggerito che un uso continuativo per decenni di farmaci con proprietà anticolinergiche significative (come la paroxetina) potrebbe influire leggermente sul declino delle funzioni cognitive e della memoria, specialmente negli individui anziani. Questo rischio è minore con farmaci come la sertralina, che ha un profilo anticolinergico quasi nullo.
La sua descrizione ("non ricordare se ha preso o meno un integratore", "dimenticare occasionalmente alcuni nomi") potrebbe riflettere normali variazioni fisiologiche cognitive legate all'età, come un iniziale rallentamento della memoria episodica o della memoria a breve termine, che può cominciare a manifestarsi verso i 55-60 anni.
Inoltre, condizioni quali stress, ansia cronica (anche lieve), scarsa qualità del sonno o carenze nutrizionali (ad es. vitamina B12, vitamina D, folati) possono contribuire in maniera significativa a questi sintomi.
Se il problema di memoria dovesse persistere o peggiorare, sarebbe utile una valutazione neurocognitiva completa, che può fornire informazioni dettagliate sulle sue funzioni cognitive.
Potrebbe valutare insieme al suo specialista l’eventualità di rivedere la terapia con sertralina, eventualmente considerando una sospensione graduale (sempre sotto supervisione medica) se non sussistono altre indicazioni cliniche alla prosecuzione. Tuttavia, interrompere la terapia SSRI potrebbe portare al ritorno dei problemi legati all'eiaculazione precoce, aspetto che lei ha molto ben sottolineato.
Al momento, non c'è motivo di preoccuparsi eccessivamente riguardo a un possibile sviluppo di demenza correlato al suo trattamento con SSRI, specialmente la sertralina che non presenta particolari rischi da questo punto di vista. Tuttavia, considerato l'uso ultradecennale di questi farmaci, una rivalutazione clinica complessiva da parte del suo specialista potrebbe essere utile per escludere altri fattori (come carenze vitaminiche o stress) o per valutare eventuali cambiamenti terapeutici.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi, resto a disposizione per ulteriori domande.
Cordialmente,
Federico Baranzini