Epilessia, ansia, psicofarmaci, derealizzazione, DOC, cannabis. Totale confusione mentale

Epilessia, ansia, psicofarmaci, derealizzazione, DOC, cannabis. Totale confusione mentale

Forum Domande & RisposteCategoria: Psicofarmaci, modalità d'uso ed effettiEpilessia, ansia, psicofarmaci, derealizzazione, DOC, cannabis. Totale confusione mentale
Stefano asked 3 anni ago

Salve dottore,

cercherò di essere il più breve possibile, anche se mi risulta difficile.

Sono un ragazzo di 29 anni che abita in provincia di Roma. Il mio “calvario” (che pensavo fosse in parte concluso) è cominciato nel 2012 (avevo 19 anni), quando insieme ad alcuni amici ho provato per 3-4 volte a fumare degli spinelli di cannabis/THC.

Premetto che loro erano fumatori abituali, mentre io non avevo mai fumato nemmeno una sigaretta. Fatto sta che una sera, dopo aver fumato, mi sono sentito malissimo (già poche settimane prima ero svenuto in preda al panico, ma da testardo volevo far finta di niente e dimostrare a me stesso che non poteva farmi così male): ho iniziato a tremare senza sosta, a sudare freddo, ma soprattutto mi sentivo stranissimo mentalmente. Passata la notte con i miei amici che mi hanno un po’ tenuto d’occhio, in apprensione, ho continuato la vita normalmente anche se mi sentivo un po’ provato.

Era circa il 23 dicembre, finché arrivati a Capodanno abbiamo cominciato a bere qualcosa a stomaco vuoto. Non sono mai stato nemmeno un gran bevitore, ma non mi era mai successo nulla. Però quella sera dopo quella bevuta ho sentito sensazioni simili a quando avevo fumato, mi sentivo come in una bolla, estraniato dalla realtà, ero spaventato a morte e non vedevo l’ora che finisse la serata. Le sensazioni sono andate avanti per un bel po’, i giorni seguenti non li ricordo molto, fatto sta che il 4 gennaio sera, tornato a casa e mentre ero seduto sul letto, dal nulla ho risentito quelle sensazioni di straniamento. Ripeto, ero dentro una bolla, la realtà mi sembrava lontana e ovattata. I posti familiari li riconoscevo bene ma li percepivo sempre in maniera distorta, come se fosse il punto di vista di qualcun altro (pur restando sempre conscio e dentro me stesso). Ne ho parlato con amici e soprattutto genitori, e i miei probabilmente pensavano fosse una cosa prevalentemente psicologica (qualche mese prima mi ero anche operato e avevo subito un brutto lutto). Quindi, nonostante queste sensazioni perdurassero per giorni, settimane, sono andato avanti con la speranza che passassero da sole. Probabilmente sbagliando.

Dopo un po’ di tempo (un mesetto, forse qualcosa in più) sono andato da una psicologa, che però non credo mi abbia aiutato moltissimo. Tendeva solo ad assecondarmi e a consigliarmi psicofarmaci, che io ho sempre rifiutato, però presi per qualche mese un calmante naturale chiamato iperico. Sono andato avanti con queste sensazioni per mesi, finché non sono subentrati anche altri problemi. Mi prendevano questi deja-vu improvvisi dopo i quali entravo in un loop mentale di pensieri incontrollabili che mi limitavano tutto. Dopo che questi sintomi li ho provati varie volte, mi sono impuntato con i miei genitori (non sono mai stati cattivi, anzi, ma forse avevano un po’ sottostimato tutto) e siamo andati da un neurologo.

Dopo vari esami, e ascoltando i miei sintomi (soprattutto i deja-vu), mi ha diagnosticato una forma “lieve” di “epilessia bianca”, o equivalenti epilettici come spesso li chiama, causati spesso anche da stimoli luminosi (fotosensibilità). Mi ha prescritto in un primo tempo del Tolep come antiepilettico, per poi sostituirlo dopo un po’ di tempo con del Keppra (che prendo tuttora, due cp da 500 mg al giorno) perché il primo non funzionava benissimo. I sintomi dell’epilessia sono notevolmente migliorati, tant’è che fino a un mesetto fa, e quindi per 6-7 anni, da quel punto di vista ho avuto una vita sempre più normale.

Naturalmente l’ansia ha continuato a far parte della mia vita, ma il fatto che l’epilessia fosse controllata mi tranquillizzava molto. I sintomi post-spinelli invece (che io ho paura possano essere stati una sorta di psicosi) tra alti e bassi sono via via scomparsi, nonostante la paura e qualche lieve sensazione l’ho continuata ad avere comunque. Ripeto però, tra alti e bassi ero arrivato ad avere una vita praticamente normale (dal 2017 sono anche stato seguito da altri due psicoterapeuti, e da una sono seguito ancora oggi). E qui arriviamo al punto centrale.

A novembre 2021 circa, dato che da un po’ di tempo stavo molto bene dal punto di vista medico, e sentivo che però da anni questi farmaci mi limitavano dal punto di vista emotivo, ho parlato con il mio neurologo circa la possibilità di ridurre e magari piano piano eliminare il farmaco. Lui si è mostrato disponibile e concorde, dato che negli ultimi due anni avevo avuto solo 1-2 attacchi di tipo epilettico (non ho mai avuto crisi tonico-cloniche). Abbiamo quindi inizialmente ridotto da 500 mg mattina e 500 mg sera a (gradualmente) 300 mg mattina e 500 mg sera.

Io mi sentivo molto meglio dal punto di vista emotivo, anche se mi trovavo in un periodo molto ansioso e con molte preoccupazioni su presente e futuro. Fatto sta che dopo un mesetto (18 dicembre) ho riavuto un attacco epilettico con deja-vu, molto potente, anche perché non me l’aspettavo più forse. Sono stato confuso fino al giorno seguente, ma pian piano è passato tutto. Dodici giorni dopo ecco un altro attacco, stavolta però molto più lieve, sempre con deja-vu e distorsione percettiva ma che è durato solo un paio d’ore.

Il 7 gennaio 2022 un terzo attacco, più lieve anche del secondo, dopo il quale però abbiamo deciso col neurologo di riaumentare gradualmente il dosaggio del Keppra. Neanche il tempo di decidere che tra 24 e 25 gennaio scorsi ho avuto altri due attacchi, nei quali è rientrata sempre di più anche la componente ansiosa (anche secondo il neurologo). Per questo dopo il quinto attacco mi ha prescritto una compressa di Tavor al giorno (metà mattina metà sera), e inizialmente la componente ansiosa sembrava migliorata, anche se sentivo sempre qualcosa di strano in me. Nel frattempo ho anche iniziato una relazione con una ragazza, fatto che mi provoca ulteriore ansia perché si tratta della mia prima esperienza da questo punto di vista.

La cosa brutta è che insieme a tutti questi attacchi, cambi di dosaggi, nuovi farmaci, stato ansioso ecc… sono ritornate in modo prepotente quelle sensazioni post-spinello di 6-7-8 anni fa. In particolare (aumentato anche il tavor dal neurologo a mezza compressa mattina + una compressa da 1 mg la sera) ho provato nuovamente una sensazione di straniamento e di distorsione percettiva (lo so, non so bene come descriverle) sotto casa mia.

E da lì in poi un nuovo calvario: mi sono riportato questa immagine mentale per giorni, a volte ritorna, a volte no. È tutto altalenante, mi è tornata anche la sensazione di derealizzazione (non so se lo sia effettivamente) per la quale mi sento sempre distaccato e come in un sogno.

Ma la cosa che mi spaventa di più è il pensiero quasi ossessivo-compulsivo di quella mia immagine mentale (quella sotto casa) che mi ricorda quelle sensazioni brutte provate in passato e che mi spaventa, facendomele riprovare anche oggi.

Il neurologo ha quindi detto che questi pensieri ossessivi possano anche essere un “effetto rimbalzo” del Tavor, quindi mi ha consigliato di eliminarlo nello spazio di 4 giorni (per 2 giorni mezza compressa da 1 mg mattina e mezza sera, per due giorni solo mezza compressa). Il fatto è che soprattutto tra ieri e oggi dopo aver preso il Tavor verso pranzo, sento che l’ansia diminuisce molto e mi sento un po’ meglio, ma comunque ho paura di aver sviluppato una dipendenza, perché poi la sera quando non la prendo (ieri mattina è stata l’ultima) mi risalgono i pensieri ossessivi, la paura e lo straniamento.

Questa notte sono stato un inferno, da ieri sera queste sensazioni si sono accompagnate a confusione mentale, panico, insonnia (ci ho messo varie ore per addormentarmi, e ho dormito in continuo dormiveglia).

Oggi è tutto il giorno che mi sento derealizzato (scusate se uso sempre questo termine, ho la brutta tendenza di cercare qualsiasi problema su internet e mi sembra che i sintomi siano simili), non riesco a riprendermi e soprattutto sono stato combattuto da una cosa: prendere il Tavor o no?

So che mi placherebbe al momento ma poi magari mi causa quegli effetti rimbalzo e quegli alti e bassi in altre giornate. Non so più cosa fare, ho paura che il tavor mi abbia fatto qualcosa di brutto ma allo stesso tempo sono tentato di prenderlo per stare almeno qualche oretta un minimo meglio.

Non ce la faccio più, pensavo di aver sconfitto tutti questi fantasmi anni fa, e invece è tornato tutto come un treno.

Vivere così è deprimente, devastante, senza senso.

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1 Risposte
dr Federico Baranzini Staff answered 3 anni ago

Buongiorno,

capisco che stia passando un momento molto difficile e comprendo la frustrazione e la paura che sta provando.

È importante che continui a lavorare insieme ai suoi medici per gestire i sintomi che sta vivendo e trovare un piano terapeutico adatto a lei. Inoltre, sarebbe opportuno evitare di cercare risposte e diagnosi su internet, poiché ciò potrebbe aumentare l'ansia e la confusione.

Continui a seguire il piano di cura prescritto dal suo medico e discuta con lui dei suoi dubbi e delle sue preoccupazioni in modo da trovare il giusto equilibrio tra controllo dei sintomi e prevenzione degli effetti collaterali.

In questo momento potrebbe anche essere utile considerare l'aiuto di uno psichiatra per gestire l'ansia e le preoccupazioni che stanno influenzando la sua vita quotidiana.
I farmaci che mi pare ha detto di assumere sono questi:

 

  • Keppra (levetiracetam) in compresse da 500 mg, 2 volte al giorno
  • Tavor (lorazepam) in compresse da 1 mg, mezza compressa al mattino e una compressa intera la sera (che sta attualmente eliminando gradualmente, seguendo le indicazioni del suo neurologo)
  • Iperico (erba di San Giovanni) in compresse di un prodotto a base di iperico, preso per alcuni mesi in passato

 

In merito, non essendomi sfuggito il suo riferimento all'usodi THC le faccio presente che la cannabis può interagire con diversi farmaci, inclusi quelli citati. In particolare, la cannabis può aumentare gli effetti sedativi del lorazepam (Tavor) e può interagire con il Keppra (levetiracetam) potenzialmente riducendo la sua efficacia. Inoltre, la cannabis può interagire con i farmaci antidepressivi e ansiolitici, come il citalopram (Cipralex) e il clonazepam (Rivotril), aumentando il rischio di effetti collaterali sedativi e di compromissione della funzione cognitiva.

Comprendo inoltre la sua difficoltà nell'affrontare la sensazione di derealizzazione che sta provando. Tuttavia, la decisione di prendere o meno il Tavor deve essere presa congiuntamente con il suo medico curante, che conosce meglio la sua situazione clinica.

Il Tavor è un farmaco ansiolitico che può essere utile in certe situazioni, ma va usato solo sotto controllo medico, poiché può causare effetti collaterali indesiderati e dipendenza. La dipendenza da benzodiazepine come il Tavor può causare problemi di salute e può essere difficile da gestire.

Pertanto, è importante che segua attentamente le istruzioni del suo medico per l'assunzione di questo farmaco e che gli riferisca eventuali effetti collaterali o sensazioni negative che possano verificarsi.
Il senso di sconforto e disperazione che sta provando può essere molto difficile da sopportare, ma voglio assicurarle che non è solo in questa lotta. Molte persone hanno vissuto o stanno vivendo situazioni simili alla sua e hanno trovato il modo di superarle.

Sappia che ci sono molte opzioni di trattamento disponibili per aiutarla a gestire l'ansia, la depressione e i sintomi legati all'epilessia, e con l'aiuto di professionisti qualificati è possibile trovare la combinazione giusta di farmaci, psicoterapia e supporto per affrontare la situazione. Ha mai pensato per esempio ad una psicoterapia di gruppo?

In questo momento è importante che lei sia gentile e compassionevole con se stesso e che cerchi di mantenere una prospettiva positiva, anche se sembra difficile. Cerchi di concentrarsi su ciò che le fa stare bene, come il supporto dei suoi cari e gli aspetti della sua vita che le danno gioia e soddisfazione.

Non si arrenda! Creda in sé stesso e non esiti a chiedere aiuto quando ne ha bisogno.

Un cordiale saluto
Federico Baranzini

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