Dismissione gocce di elopram

Dismissione gocce di elopram

Paolo asked 4 anni ago
Buongiorno,premesso che da circa 20 anni lo sto prendendo,  mezza cp da 20 mg e già l'ho interrotto una decina di anni fa, per poi dover riprenderlo (sempre con stessa dose). Da  gennaio ho avuto l'ok del mio medico per dismetterlo e quindi sono passato alle gocce. Da 5 gocce ho scalato 1 goccia alla volta ed ora sono a 2 gocce e sto per passare ad 1 goccia. Ho visto però che possono volerci anni per smettere Elopram: è possibile?!Io speravo che togliendolo gradualmente, 1 goccia alla volta, per vari mesi come sto facendo io fosse sufficiente... devo aspettarmi una ricaduta "per forza" tra qualche mese oppure la cosa è soggettiva e quindi potrebbe filare tutto liscio? Potrebbe essere utile, in caso di bisogno, farsi prescrivere un Ansiolitico, per sedare eventuali effetti collaterali di astinenza, al fine di evitare di riprenderlo?Mi sta causando alopecia quindi vorrei toglierlo, ma per sempre. Grazie per l'attenzione e del riscontro che mi vorrà dare. Cordiali saluti.

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2 Risposte
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dr Federico Baranzini Staff answered 4 anni ago

Buongiorno Paolo
la ringrazio per la domanda.
Parto con dalla fine, in effetti anche se non comune l'alopecia è un effetto collaterale di citalopram che si può osservare nei casi di assunzioni prolungate.
Circa la velocità di dismissione direi che non esiste una regola generale, bensì una sensibilità soggettiva che va valutata e di cui tenere conto: alcuni miei pazienti so sono trovati bene scendendo di una goccia alla settimana, altri hanno avuto bisogno di tempi ancora più lunghi e altri ancora dell'uso di integrazioni temporanee con probiotici, nootropi o nutraceutici (essenzialmente estratti vegetali ma non solo) per "smussare" e rendere meno pressanti gli effetti della sospensione. Ci tengo a precisare che tali effetti non sono il riflesso di una presunta perdita di efficacia terapeutica del farmaco che si dismette nè rappresentano reali minacce per la salute del paziente.
Circa la possibilità di una "ricaduta" non è assolutamente detto che debba aspettarsela. Dipende molto da quali fossero i presupposti per cui ha avviato anni fa la cura, l'evoluzione della sua condizione esistenziale e lo stile di vita oltre che ovviamente l'aver o meno avviato contemporaneamente un percorso psicologico. Percorso che magari si è concluso ma che le ha permesso nel mentre di fortificarsi o elaborare alcune aree della sua personalità per cui anche dismettendo il serotoninergico potrà non aspettarsi "per forza" una recidiva.
Come detto sopra, tendo a preferire agli ansiolitici altri tipi di prodotti per alleviare la fase di dismissione soprattutto nelle fasi finali quando il dosaggio si riduce del 30-50% per volta.
Spero di essere stato di un qualche aiuto
Cordiali saluti
Federico Baranzini

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cin£- answered 3 anni ago
Buongiorno,ho assunto per 20 anni l'elopram 20 mg in pastiglie, qualche mese fa ho sentito l'esigenza di provare a sospendere il farmaco, che assumevo, soprattutto, per ansia e attacchi  di panico in anni precedenti. Ho svolto analisi per 4 anni, con buoni risultati e mi sono sentita pronta dopo 5 anni dalla fine della terapia, di sospendere l'antidepressivo. L'ho fatto molto molto lentamente: ho cominciato col sospendere mezza pastiglia, per arrivare dopo 5/6mesi a prenderne mezza un giorno si e uno no, questo per almeno 3 mesi, poi ne ho assunta una mezza ogni 2 gg. Poi ogni 3 giorni. Non assumo piú Elopran da almeno 2 mesi, ma... nelle ultime settimane dormo con difficoltà, mi sento piú vulnerabile emotivamente e sento maggiore rabbia interiore. Ho sempre sofferto di colite, ora molto peggiorata. Le chiedo un consiglio, relativamente a questo stato di cose. Ed un suo consiglio, sarebbe molto gradito. Cinzia
dr Federico Baranzini Staff replied 4 anni ago

Gentile Cinzia,
la ringrazio per il suo contributo.
Credo che il suo caso sia un buon esempio di quello che intendo per utilizzo degli psicofarmaci come sostegno alla psicoterapia e come strumento sostitutivo transitorio. Ha in seguito alla psicoterapia maturato quella convinzione e consapevolezza per immaginarsi senza farmaci e realizzarlo. Un ottimo esempio.
Quello che oggi le tocca vivere è una fase di svezzamento ulteriore nella quale ha la possibilità di viversi più “sulla pelle” più in presa diretta e meno anestetizzata. Ecco perchè si sente, a ragione, più vulnerabile. Perchè si era abituata all’effetto del farmaco, nel bene e nel male. Le ci vorrà un po’ di tempo per sentirsi in equilibrio e la invito a considerare questa fase come una ulteriore fase del percorso psicoterapeutico.
Cordiali saluti
Federico Baranzini

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