Calore alla testa: troppi antidepressivi e per troppo tempo?
Ho preso per circa 50 anni antidepressivi. 5 anni fa mi è sopraggiunto un calore alla testa molto fastidioso.
E' possibile sia dovuto ai troppi farmaci che ho preso per tanto tempo?
Come da titolo ho preso per ca. 30 anni triciclici e negli ultimi 20 anni Citalopram, per qualche anno 40 mg die e poi 10 mg die.
Ho letto sui danni che possono provocare gli antidepressivi, soprattutto SSRI.
Mi è stato detto di aumentare i 10 mg a 20 e più ma il problema è rimasto invariato.
E' possibile che questo fastidioso calore alla testa sia dovuto ai tanti anni d'uso di antidepressivi per cui la soluzione resterebbe cercare di diminuirli molto lentamente?
Grazie
Gentile Giancarlo,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza e per la fiducia dimostrata nel cercare un consiglio. Comprendo quanto possano essere preoccupanti i sintomi che descrive.
Provo ora di riassumere quanto ha condiviso per assicurarmi di aver compreso bene la situazione: lei ha un lungo percorso di trattamento con antidepressivi, prima con farmaci triciclici per circa 30 anni e poi con Citalopram per 20 anni, con una variazione di dosaggio da 40 mg a 10 mg giornalieri. Negli ultimi cinque anni, ha sperimentato un calore alla testa molto fastidioso, che non è migliorato nonostante la modifica della dose di Citalopram.
I sintomi che descrive, come il calore alla testa, non sono comunemente riportati come effetti collaterali diretti a lungo termine degli antidepressivi, né dei triciclici né degli SSRI come il Citalopram. Tuttavia, ogni individuo può reagire ai farmaci in modo unico e ciò che lei descrive potrebbe teoricamente avere un legame con le modificazioni della farmacocinetica e della tolleranza nel corpo dopo un uso prolungato.
Vorrei suggerire che, prima di considerare qualsiasi modifica al trattamento, sia importante escludere altre possibili cause mediche che potrebbero spiegare il suo sintomo. Un controllo medico approfondito, possibilmente con l'assistenza di uno specialista in neurologia, potrebbe essere utile per investigare altre possibili cause di questo calore alla testa, come disturbi vascolari o neuropatici.
Se si confermasse che il sintomo è correlato all'uso prolungato di antidepressivi, la strategia di ridurre molto lentamente la dose potrebbe essere una via da esplorare, sempre sotto stretto monitoraggio medico. Questo perché il corpo può avere sviluppato una certa abitudine ai farmaci, e ogni cambiamento deve essere gestito con cautela per evitare sintomi da sospensione o altri effetti indesiderati.
Ridurre la dose degli antidepressivi deve essere un processo controllato e guidato da un medico, idealmente uno psichiatra che conosca bene la sua storia clinica e che possa fornire il supporto necessario durante il processo.
Mi auguro di aver fornito un'informazione utile per il suo caso e la incoraggio a non perdere la speranza. Molti pazienti trovano nuovi equilibri e modalità per gestire i loro sintomi con l'aiuto adeguato. Spero sinceramente che lei possa trovare sollievo e un percorso terapeutico che risponda meglio alle sue esigenze attuali.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Grazie Dottore per la risposta.
Cercherò un neurologo per effettuare un approfondito accertamento e verificare la presenza o meno di disturbi vascolari o neuropatici.
Ma per fare una domanda più concernente il piano psichiatrico, ho visto che prendendo 2 mg di EN il disturbo, il giorno dopo e per qualche giorno, mi sparisce.
Questo non potrebbe dimostrare che è un disturbo psichiatrico?
E se così fosse dovrei incominciare a diventare dipendente dalle benzodiazepine?
Lo so che c'è anche la psicoterapia, ma quella l'ho fatta anni fa da una psichiatra-psicoterapeuta, prima per 2 volte alla settimana e poi settimanalmente per ben 6 anni (era una professionista molto preparata e la più valutata nella mia regione).
Ma alla fine dei sei anni non ho ricavato niente.
Adesso ho 70 anni e penso che se non ho ottenuto niente allora, rifarla non cambierebbe niente.
Grazie
Gentile Giancarlo,
capisco le sue preoccupazioni riguardo l’uso di EN e il disturbo alla testa che sta sperimentando.
L’efficacia che ha notato con l’assunzione di 2 mg di EN può effettivamente indicare che il disturbo ha una componente emotivo/psichiatrica, in quanto le benzodiazepine agiscono principalmente sul sistema nervoso centrale riducendo l’ansia e migliorando il sonno e sulla muscolatura liscia. Tuttavia, è fondamentale evitare di trarre conclusioni affrettate senza un’adeguata valutazione clinica.
Riguardo alla dipendenza dalle benzodiazepine, è un rischio reale se queste vengono utilizzate ad alte dosi e per periodi prolungati. È quindi importante discutere con il suo psichiatra delle alternative possibili, come altre classi di farmaci o l’uso di integratori.
Per quanto riguarda la psicoterapia, la sua esperienza passata è preziosa e la sua percezione è valida. Tuttavia, tenga presente che i trattamenti psicoterapeutici e farmacologici evolvono nel tempo, e nuovi approcci o nuovi terapeuti potrebbero offrire risultati diversi.
Anche se ha 70 anni, non è mai troppo tardi per esplorare nuove opzioni terapeutiche che potrebbero offrirle beneficio.
Le consiglio di discutere dettagliatamente con il suo psichiatra tutte le opzioni possibili e di valutare un piano di trattamento personalizzato che tenga conto delle sue esigenze e preoccupazioni attuali.
Un cordiale saluto
Federico Baranzini