Pensieri ossessivi e attaccamento insicuro
Salve ,
Le scrivo perché soffro palesemente di doc.
Mi è stato diagnosticato all età di 17 anni quando ho iniziato a lavarmi compulsivamente le mani e ho persino pensato di essere omosessuale .Dopo una lunga terapia farmacologica con uno psichiatra ne sono uscita .
Ho avuto diverse ricadute e mi ha colpito principalmente nelle relazioni.
Nonostante amassi il mio partner e lo sapessi dopo qualche tempo, anche anni di relazione, i pensieri ossessivi venivano fuori.
- Per capirci pensieri del tipo: lo ami ? Nonostante sentissi di amarlo , oppure oddio hai guardato quel collega di lavoro allora sei attratta da lui ( nonostante consciamente sapessi che non era vero) ma ogni volta cominciavo a sudare e stare male e non riuscire a stare tranquilla al lavoro per la paura di provare chissà quale attrazione nei suoi confronti.. nonostante fosse tutto nella mia mente .. come mi aveva detto anche il mio psichiatra ( che in realtà amavo il mio ragazzo e che era tutto nella mia mente ) e quindi son sempre riuscita ad andare avanti.
- ora purtroppo mi ritrovo nella stessa situazione : amo il mio ragazzo e ci sto benissimo ma i pensieri son li : non metto mai in dubbio di amarlo, stavolta ho un pensiero del tipo: lo vuoi lasciare ( nonostante so che non sia vero ) oppure è solo un amico (altra stupidaggine) oppure vedo un ragazzo attraente per strada e vai che parte con l'hai guardato ti piace etc .. e li parte l'ansia, l'angoscia, le crisi di pianto etc). Arrivo a guardare per terra per non guardarmi intorno quando sono fuori, lo facevo anche in passato .. ora mi chiedo: perché se amo il mio ragazzo, mi manca quando non è con me e non vedo l'ora di vederlo il weekend questi pensieri li ho solo quando siamo lontani, mai quando insieme ..
1 Risposte
Buongiorno Eleonora
i pensieri ossessivi rappresentano una esperienza comune. Divengono patologici se raggiungono una intensità tale da impattare pesantemente la vita di una persona e la sua qualità.
Contenuti come quelli riferiti, di omosessualità, conferma di sè e dubbi sui propri e altrui sentimenti lasciano presumere che abbia insicurezze e fragilità nascoste da cui cerca di difendersi producendo sintomi di questo tenore. Un attaccamento insicuro e una bassa autostima possono alimentare situazioni sintomatologiche simili a quella descritta.
Certamente i farmaci possono aiutare ma come la sua esperienza personale dimostra possono anche non risultare così \”definitivi\” nel lungo periodo e una volta sospesi i sintomi possono ripresentarsi. Questo apre la strada al considerare altri approcci accanto ai farmaci, come la psicoterapia. Un approccio integrato spesso rappresenta la scelta migliore perchè unisce gli effetti nel qui ed ora dei farmaci con gli effetti a lungo termine di una \”buona\” psicoterapia. Soprattutto le psicoterapie ad orientamento psicodinamico sono quelle che hanno obiettivi più ambizioni in termini di cambiamento di sè.
Le consiglio di tornare dal suo psichiatra per una rivalutazione e di contattare, magari con il suo aiuto, uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Federico Baranzini
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