Dipendenza da Benzodiazepine, come smettere?
Buongiorno Guglielmo,
la ringrazio per la domanda che mi permette di inaugurare la sezione dedicata alle dipendenze patologiche che rappresenta un altro mio campo di interesse clinico da anni e in particolare il tema del decalage è spesso sottovalutato e affrontato alla leggere con frequenti e improvvidi “fai da te”.
Inizio con una precisazione, in questo forum non mi è possibile fornire delle vere e proprie indicazioni di comportamento in quanto non sarebbe professionalmente e eticamente corretto: non conosco le vostre situazioni cliniche, psicopatologiche, la vostra storia e anamnesi tossicologica (che dosaggi usa? Da quanto tempo?) e pertanto sarebbe un azzardo non difendibile. Al contrario posso sicuramente fornire informazioni generali e generiche non dettagliate sul singolo caso ma sulla mia esperienza clinica, sul mio modo di lavorare e sulle mie conoscenze inerenti a quel dato problema o caso.
Le posso dire che lo “scalaggio” degli psicofarmaci deve avvenire sempre lentamente e progressivamente. Solo in isolate condizioni di urgenza o emergenza si è autorizzati ad una sospensione rapida o ex abrupto da un giorno con l’altro, per esempio in caso di gravi reazioni allergiche o gravi effetti collaterali.
La sospensione di farmaci benzodiazepinici (il link è ad un mio post sul blog a cui la rimando) se non operata correttamente può portare a effetti di rimbalzo quali nervosismo, reattività, insonnia, dolori somatici o muscolari, senso di volerne assumere, rialzi pressori e altri. Tali condizioni non rappresentano solitamente una minaccia per la vita della persona ma certamente possono essere molto fastidiosi e anche invalidanti.
Le consiglio di affidarsi sempre ad un professionista che sappia informarla e guidarla passo a passo nel processo di dismissione da farmaci per non incorrere in brutte sorprese e dover poi paradossalmente ritornare a farne uso.
Un caro saluto
Federico Baranzini