Moglie depressa che peggiora. Cosa fare?
Mia moglie da ormai due anni e mezzo vive una depressione che peggiora di mese in mese.
Da tre settimane sta provando un'ultima terapia associando psicofarmaci classici (VENLAFAXINA) a un nuovo psicofarmaco appena approvato per persone farmacoresistenti ma sembra peggiorare.
Si agita, vuole morire e soffre di "mal di ogni cosa". Non so più a chi rivolgermi. Lei sta seguendo un percorso psicologico e psichiatrico ma non vedo nessuna via d'uscita.
Gentile Alberto,
la ringrazio per il suo contributo.
Per poter fornire un giudizio più fondato devo osservare che mancherebbero alcuni dati, come l'età della moglie, la diagnosi fatta dai colleghi, la presenza di altre condizioni morbose.
Posso immaginare che il farmaco a cui si riferisce sia la ESKETAMINA un antagonista del recettore N-metil-D-aspartato (NMDA) da poco introdotta in Italia, farmaco ad azione antidepressiva euforizzante di uso esclusivamente ospedaliero.
Questo farmaco viene oggi proposto sotto stretto controllo medico presso gli ambulatori pubblici come potenziamento in pazienti che non hanno risposto ad almeno due linee di trattamento antidepressivo. Spesso una linea di terapia è a base di SSRI e una, la seconda, a base di SNRI categoria a cui appunto appartiene la VENLAFAXINA. La ESKETAMINA può essere associata alla terapia antidepressiva già in atto.
Personalmente se dopo numerosi tentativi di trattamento farmacologico i risultati non ci sono o sono molto scarsi e non soddisfacenti, ritengo utile considerare alcune ipotesi necessarie a re-inquadrare il caso:
1-considerare la presenza di aspetti clinici sfuggiti ad una prima valutazione, per esempio ma non soltanto: la presenza di comorbilità, di un disturbo di personalità sottostante, di processi degenerativi centrali non ancora slatentizzati o di un ambiente familiare e/o relazione rinforzante i pattern di malattia;
2-considerare la necessità di affiancare alla farmacoterapia anche approcci terapeutici differenti come psicoterapia (si ho letto che sta seguendo un percorso ma ci sono diversi tipi di percorsi), counselling, tecniche di rinforzo cognitivo, tecniche di rilassamento, EMDR, terapie occupazionali, ecc. la scelta dipende dal tipo di problematica e dalla persona stessa;
3-considerre di affiancare alle cure di cui al punto 2 anche cure biologiche oggi disponibili per la depressione, come la TMS, la tDCs, o la TEC;
4-infine mettere in discussione proprio la diagnosi di base: se le cure non funzionano si è abilitati a mettere in discussione la diagnosi di partenza, ciò in accordo e in modo coerente al punto 1;
Spero di essere stato in qualche modo di aiuto. Se vuole ci aggiorni nel prossimo futuro.
Un cordiale saluto
Federico Baranzini