Opinioni su ZOLOFT (sertralina) in paziente anziano

Opinioni su ZOLOFT (sertralina) in paziente anziano

Forum Domande & RisposteCategoria: Depressione nell'AnzianoOpinioni su ZOLOFT (sertralina) in paziente anziano
Antonella asked 7 mesi ago

Buongiorno dottor Baranzini,
le scrivo per avere una sua opinione relativa alla situazione di mio papà. Ha quasi 87 anni, sta bene fisicamente. Ha avuto un lento decadimento della memoria negli ultimi 4 anni (nel 2020 aveva avuto un intervento per disostruzione della carotide ).

Lentamente ha iniziato a perdere la memoria a breve termine. Non è più in grado di uscire da solo (e in ogni caso non vuole comunque uscire). Vive con mia mamma che si prende cura di lui. Nell'ultimo periodo però è entrato in una sorta di "apatia": fino ad arrivare alle ultimi giorni in cui rifiuta proprio di alzarsi dal letto dicendo che quello è l'unico posto in cui sta bene.

In questi giorni è arrivato anche ad alzarsi alle 16 del pomeriggio (ovviamente obbligato da noi e dopo essersi anche arrabbiato). Non sapendo come gestire la situazione abbiamo chiesto supporto al nostro medico di base (che è un geriatra) e che ha cercato di farlo parlare per capire la causa del suo malessere.

Alla fine ha prescritto lo ZOLOFT da 50mg (lui quotidianamente assume il pomeriggio il CLOPIDOGREL e la sera il CRESTOR). Sono solo 5 giorni che abbiamo iniziato l'antidepressivo: volevo a tal proposito chiedere a lei cosa ne pensa. Secondo lei tale farmaco può aiutare un soggetto anziano a recuperare un po' di "energia" ?

Noi cerchiamo in tutti i modi di stimolarlo (in primis io come figlia, poi ci sono i nipoti che lui ha sempre adorato e che vanno ogni giorno a fargli visita).

La ringrazio in anticipo e le auguro una buona giornata.

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1 Risposte
dr Federico Baranzini Staff answered 6 mesi ago

Buongiorno Antonella,

comprendo la sua preoccupazione per la situazione di suo padre. Basandomi sulle informazioni che mi ha fornito, posso offrire alcune considerazioni.

I sintomi che descrive, come la perdita di memoria a breve termine, l'apatia e la riluttanza ad alzarsi dal letto, potrebbero essere indicativi di una forma di pseudodemenza che nell'anziano ha una causa depressiva e mimare alcuni aspetti di un decadimento cogntivo su base organica. Tuttavia, è importante sottolineare che una diagnosi precisa può essere fatta solo da un medico che ha esaminato direttamente il paziente.

Riguardo all'uso dello ZOLOFT (sertralina), si tratta di un antidepressivo SSRI comunemente usato anche negli anziani. Personalmente  ritengo la SERTRALINA un'ottima molecola che uso frequentemente negli anziani per la sua buona tollerabilità. Può essere efficace nel trattamento della depressione e potrebbe aiutare con l'apatia. Tuttavia, gli effetti degli antidepressivi generalmente richiedono alcune settimane per manifestarsi pienamente. È importante inoltre  monitorare attentamente eventuali effetti collaterali, soprattutto nelle prime settimane.

Per la gestione della situazione, è positivo che continuiate a stimolarlo come state facendo, con visite regolari e interazioni positive. Mantenere una routine giornaliera regolare, incoraggiare attività che gli piacciono o che in passato gli davano soddisfazione, e assicurarsi che segua una dieta equilibrata e resti idratato sono tutti aspetti importanti.

Dal punto di vista medico, una volta usciti dalla fase auta, potrebbe essere utile una valutazione neuropsicologica completa per determinare la presenza e l'entità del declino cognitivo. Un controllo degli esami del sangue potrebbe escludere cause reversibili di declino cognitivo, come carenze vitaminiche o problemi tiroidei. Tutti aspetti che il Collega conosce e immagino abbia già valutato.

Non sottovalutate l'importanza del supporto per chi si prende cura di lui, inclusa sua madre. I caregiver sono spesso le vittime silenziose di queste situazioni, quando gli sguardi di tutti sono sul malato.

Ricordate che ogni caso è unico e che il trattamento dovrebbe essere personalizzato. Vi consiglio di mantenere un dialogo costante con il vostro medico di base, monitorando attentamente la risposta di suo padre al trattamento e segnalando eventuali cambiamenti o preoccupazioni.

Le auguro il meglio per suo padre e per tutta la vostra famiglia.

Cordiali saluti

Federico Baranzini

Maria Rosaria replied 1 mese ago

Esistono dei farmaci per la depressione del caregiver???

dr Federico Baranzini Staff replied 3 settimane ago

Gentile Maria Rosaria,

la condizione che lei descrive, definita spesso come “depressione del caregiver”, è piuttosto frequente in chi si prende cura per lunghi periodi di persone malate o non autosufficienti. I sintomi principali possono includere stanchezza cronica, tristezza persistente, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, ansia e disturbi del sonno.

Fortunatamente, esistono trattamenti farmacologici efficaci. Generalmente, i farmaci più utilizzati e validati dalla letteratura scientifica sono gli antidepressivi, in particolare quelli della classe degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), come ad esempio:

Sertralina
Citalopram
Escitalopram
Paroxetina
Fluoxetina
Questi farmaci non provocano dipendenza e possono essere prescritti con sicurezza, sotto attento monitoraggio medico, anche per periodi prolungati. Spesso, vengono associati ad un supporto psicoterapeutico, che può ulteriormente migliorare l’efficacia della cura e fornire strumenti utili per gestire meglio lo stress correlato al caregiving.

Le raccomando, però, di discuterne con uno specialista psichiatra o con il suo medico curante, per individuare la terapia più adeguata alla sua situazione specifica.

Cordialmente,
Federico Baranzini

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