Pensiero ossessivo sull’ansia: VORTIOXETINA va bene?
Ho utilizzato diversi antidepressivi, inizialmente per un pensiero persistente sulla paura di svenire e successivamente per la paura dell'ansia che mi domina, con un pensiero fisso per tutta la giornata, soprattutto quando non lavoro. Questa situazione ha avuto origine da due periodi caratterizzati da particolare ansia. In questi momenti, con molta superficialità, ho deciso di non assumere farmaci preferendo alternative naturali, come l'iperico, il che mi ha portato ad interrompere i trattamenti farmacologici precedentemente iniziati.
Dopo due significative ricadute di forte ansia, ho ripreso la terapia con CIPRALEX, farmaco con cui ho avuto difficoltà a eliminare l'ansia mattutina. Successivamente, dopo un periodo di benessere, ho interrotto stupidamente il trattamento per riprovare l'iperico. A seguito di una nuova e piuttosto pesante ricaduta ansiogena, ho ricominciato con il Cipralex, e dopo un po', la situazione è migliorata. Tuttavia, al mattino persisteva un senso di inquietudine che, per lo meno, nel pomeriggio tendeva a scomparire.
Discutendo con il mio medico di base riguardo a questo stato di inquietudine, mi è stato consigliato il BRINTELLIX, che ha portato a miglioramenti parziali. Ora, mi trovo a combattere contro un pensiero ossessivo riguardante il timore che l'ansia possa ritornare, il che mi provoca notevole disagio. Si tratta di un pensiero fisso che tento di ignorare, cercando di lasciarlo scorrere, ma è piuttosto difficile da eliminare, data la sua persistenza, eccetto quando sono al lavoro, dove ho la mente occupata. Nei giorni di festa, invece, il pensiero diventa molto più invadente, influenzando significativamente la mia vita quotidiana.
Spero di aver fornito una descrizione dettagliata della mia situazione e, pertanto, vorrei sapere se il Brintellix (attualmente assunto a 7 gocce, dopo averlo ridotto da 15 a causa di un senso di inquietudine) è adatto alla mia condizione. Vorrei anche menzionare che sto assumendo FLEIDERINA ed ESOMEPRAZOLO per extrasistole benigne, dopo aver effettuato tutti gli esami necessari che hanno confermato che è tutto a posto.
Ringraziandola per la sua disponibilità, porgo cordiali saluti.
Gentile Mario,
sulla base della descrizione dettagliata che mi ha fornito, emerge un quadro complesso di disturbo d'ansia con componenti ossessive e anticipatorie, che purtroppo tende a diventare un circolo vizioso che si autoalimenta.
Il Brintellix (vortioxetina) che sta attualmente assumendo è un antidepressivo relativamente nuovo appartenente alla classe degli inibitori della ricaptazione della serotonina e modulatori dei recettori serotoninergici. È indicato proprio per il trattamento dei disturbi depressivi e d'ansia.
Tuttavia, come ha giustamente notato, sembra che a dosaggio di 7 gocce non stia producendo un adeguato controllo dei sintomi ossessivi legati all'ansia anticipatoria. Potrebbe quindi essere ragionevole valutare un aumento graduale del dosaggio, o passare ad una molecola con maggiore incidenza sui pensieri ossessivi, sempre sotto attento monitoraggio del medico.
Un'altra opzione che con i miei pazienti prendo in considerazione quando sussistono problematiche ossessive e ruminanti, potrebbe essere quella di associare al Brintellix un antipsicotico atipico a basso dosaggio, che spesso vengono utilizzati come terapia aggiuntiva per potenziare l'effetto degli antidepressivi sui sintomi ossessivi e sull'ansia resistente.
Inoltre, data la complessità del suo quadro clinico, potrebbe essere molto utile intraprendere un percorso psicoterapico mirato, per fornirle strumenti atti a gestire e contenere più efficacemente i pensieri ossessivi e i circoli viziosi dell'ansia anticipatoria.
Riguardo agli altri farmaci che assume per le extrasistoli benigne, l'esomeprazolo è un inibitore di pompa protonica usato per patologie gastriche, mentre la FLEIDERINA è un antiaritmico che non dovrebbe interferire con gli antidepressivi.
La invito caldamente a discutere queste considerazioni con il suo medico curante, in modo da valutare eventuali aggiustamenti o integrazioni alla terapia farmacologica, così come l'opportunità di iniziare un supporto psicoterapico specifico per il disturbo d'ansia.
Con un approccio terapeutico multimodale e mirato è certamente possibile riuscire a tenere sotto controllo in maniera più efficace i sintomi invalidanti che sta vivendo. Mi auguro possa presto stare meglio.
Cordiali saluti
Federico Baranzini
Grazie per la sua cortese ed immediata risposta anche sotto la festività Pasquale. Ho dimenticato di dirle che ho pure seguito un percorso di terapia strategia breve e comunque come vede qualche difficoltà è rimasta. L’altra molecola di cui mi parlava quale potrebbe essere. Grazie ancora per la sua disponibilità e buona Pasqua anche se in ritardo.
Buongiorno Dottore e ancora grazie per la sua disponibilità.
Una domanda in merito a quanto sopra, riguarda quale altra molecola potrebbe andare meglio, anche perchè aumentando il brintellix come già fatto in precedenza mi procura fastidioso acufene all'orecchio sinistro.
Grazie mille
Gentile Mario,
sulla base delle informazioni fornite e dei persistenti effetti indesiderati come l’acufene che sta sperimentando con l’aumento del dosaggio di Brintellix, potrebbe essere opportuno valutare un cambio di molecola antidepressiva.
Tra le opzioni che potrebbero essere prese in considerazione dal suo psichiatra, vorrei suggerire:
Clomipramina: È un antidepressivo triciclico che ha dimostrato buona efficacia nei disturbi ossessivo-compulsivi e d’ansia. Agisce aumentando i livelli di serotonina e noradrenalina. Andrebbe iniziata a basso dosaggio e aumentata gradualmente.
Trazodone: È un antidepressivo atipico con effetti serotoninergici e antiossessivi. Spesso viene utilizzato come aggiunta o in monoterapia per i disturbi d’ansia. Può causare sonnolenza come effetto collaterale.
Paroxetina: Un SSRI potente che a dosaggi più elevati (40-60mg) può essere efficace nei disturbi ossessivo-compulsivi. Da valutare se non ha causato effetti indesiderati rilevanti in passato.
Venlafaxina: Un antidepressivo SNRI che agisce sulla serotonina e noradrenalina. Può essere utile nei disturbi d’ansia a dosi medio-alte (150-225mg).
Agomelatina: Un antidepressivo melatonergico che regola i ritmi circadiani, spesso ben tollerato, che potrebbe migliorare l’ansia residua mattutina.
Queste sono solo alcune opzioni da valutare attentamente con il suo psichiatra, tenendo conto della sua pregressa risposta e tollerabilità ai vari trattamenti. Potrebbe anche essere considerata l’aggiunta di un antipsicotico atipico a basso dosaggio come potenziatore antiossessivo.
L’importante è trovare la molecola più adatta ed efficace per il suo specifico quadro clinico, bilanciando al meglio benefici e potenziali effetti collaterali. Non esiti a riferire qualsiasi disturbo indesiderato durante il trattamento.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale rimane un supporto fondamentale da affiancare alla terapia farmacologica.
Resti fiducioso, con la giusta strategia personalizzata è possibile raggiungere un maggior controllo dell’ansia e dei pensieri ossessivi.
Un percorso passo dopo passo con il sostegno dei professionisti.
Cordiali saluti
Federico Baranzini
Buongiorno dottore e complimenti per il suo sito, che apprezzo particolarmente per l'onestà intellettuale.
Da un anno purtroppo la mia è una odissea fra i suoi colleghi in cerca di una soluzione per una condizione simile a quella qui descritta.
La diagnosi è di depressione ansiosa moderata, qualcuno dice disturbo d'ansia. Io non sono medico ma intravvedo elementi ossessivi compulsivi, prima riferiti a una grossa preoccupazione sul lavoro, poi alla stessa condizione psichica, l'ossessione è il pensiero continuo tranne quando lavoro, la compulsione la ricerca continua su internet.
Ho sempre avuto una personalità un po' ossessiva e controllante, è stata forse anche la mia forza per raggiungere obiettivi. Ora complice forse la perimenopausa, per cui mi appresto a intraprendere la terapia ormonale sostitutiva, tutto si è fatto più difficile.
Aggiungo che essendo giornalista ho la tendenza a informarmi e questo mi rende ancora più difficile affidarmi cedendo il controllo. La prima terapia con cipralex è stata interrotta per lividi spontanei, poi nessuno ha più voluto prescrivermi ssri.
Duloxetina è stata disastrosa con aumento fuori misura dell'ansia (forse non tollero l'azione sulla noradrenalina?). Laroxyl e inizialmente Mirtazapina (ma solo per un mese) sembravano spezzare la catena. Attualmente assumo brintellix (calato da 15 a 7 perché appunto dà agitazione) e 7,5 mirtazapina per dormire.
Lei reputerebbe fruttuoso un aumento di mortazapina per i miei sintomi ossessivi? Come mai fra i suoi consigli non cita fluovoxamina e laroxyl?
Ho molto timore degli antipsicotici per i possibili gravi effetti indesiderati.
Grazie mille per l'attenzione.
Buongiorno Alessandra,
la ringrazio per l’apprezzamento.
La sua situazione, come lei ben descrive, appare complessa e l’odissea che ha affrontato tra vari specialisti è purtroppo un’esperienza comune a molti pazienti.
La diagnosi di depressione ansiosa moderata, o disturbo d’ansia, non sembra cogliere completamente il quadro, soprattutto considerando gli elementi ossessivo-compulsivi che lei stessa individua. Il pensiero continuo e la ricerca compulsiva di informazioni su internet ne sono un chiaro esempio. La sua personalità, che lei definisce “un po’ ossessiva e controllante”, potrebbe aver contribuito a questa situazione, acuita forse dalla perimenopausa.
Capisco anche la difficoltà nell’affidarsi, data la sua professione di giornalista che la porta naturalmente a volersi informare e mantenere il controllo. Purtroppo, la sua esperienza con i farmaci è stata finora piuttosto travagliata. L’interruzione del cipralex per effetti collaterali, l’esperienza negativa con la duloxetina (e la sua possibile intolleranza all’azione sulla noradrenalina), l’apparente beneficio iniziale con laroxyl e mirtazapina, disegnano un percorso complesso.
L’attuale terapia con brintellix a dosaggio ridotto e mirtazapina per il sonno potrebbe non essere sufficiente a controllare i sintomi ossessivi. Un aumento della mirtazapina potrebbe essere un’opzione, ma va valutato con attenzione dal suo medico, considerando il suo quadro clinico completo.
Questo farmaco può effettivamente essere utile nei quadri con componente ossessiva, specialmente a dosaggi più alti dove emerge maggiormente l’effetto serotoninergico. Il dosaggio attuale di 7,5 mg sfrutta principalmente l’effetto sedativo-ipnotico, mentre per un’azione antidepressiva e anti-ossessiva sarebbero necessari dosaggi superiori (30-45 mg).
Tuttavia, prima di considerare un aumento della mirtazapina, sarebbe importante valutare:
-L’interazione con il Brintellix (vortioxetina) che sta già assumendo
-L’impatto della terapia ormonale sostitutiva che sta per iniziare
-La possibilità di integrare un approccio psicoterapeutico specifico per la componente ossessivo-compulsiva
Per quanto riguarda la fluvoxamina, è un SSRI efficace nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo, ma non posso consigliarle specificamente farmaci, in quanto non conosco la sua situazione clinica completa. Comprendo il suo timore riguardo agli antipsicotici e i loro potenziali effetti collaterali.
In ogni caso, le consiglio di discutere apertamente ogni sua perplessità e ogni possibile strategia terapeutica con il suo psichiatra, che potrà valutare il suo caso specifico e trovare la soluzione più adatta alle sue esigenze.
La fiducia nel rapporto medico-paziente è fondamentale per affrontare un percorso terapeutico efficace.
Cordiali salluti
Federico Baranzini