Egregio Dottore, Ho bisogno del Suo aiuto

Egregio Dottore, Ho bisogno del Suo aiuto

Forum Domande & RisposteCategoria: Disturbi d'Ansia e Attacchi di PanicoEgregio Dottore, Ho bisogno del Suo aiuto
Tiziana asked 12 mesi ago

Salve Egregio Dottore,

Ho bisogno del Suo aiuto. Proverò a riassumere la mia situazione senza dilungarmi troppo, altrimenti potrei scrivere un libro riguardo alle sofferenze che ho subito nella vita. Ho 60 anni e ho vissuto una vita piena di dolori, cresciuto un figlio da sola, con grande fatica e molte delusioni. Sono sempre andata avanti, piangendo e rialzandomi. Purtroppo, nel 2014, dopo la menopausa, sono caduta in depressione reattiva, dovuta a eventi terribili.

All’epoca, la paroxetina mi fu prescritta ed era efficace, ma causava forti emicranie. Poi mi fu prescritto il deniban, che continuo a prendere, ma il dosaggio di 100 mg che mi era stato prescritto dall’psichiatra era insopportabile. Dopo un periodo, ho abbandonato tutti i farmaci, provando invece innumerevoli iniezioni di samyr liposom e tricortin, senza alcun sollievo, proseguendo tra pianti e disperazione.

Mio figlio ha sofferto molto quando il mio secondo marito ci ha lasciato nel 2016, ed io mi sento in colpa e sto male per il dolore che lui ha provato. Nel 2017, sono tornata con il mio ex-marito e ci siamo risposati, ma dopo un anno se n’è andato di nuovo. Avevo anche perso il lavoro e stavo affrontando problemi di salute, come un enfisema polmonare. Nonostante ciò, con l’assunzione di Prozac e bupropione, mi sentivo forte. Ma, con il tempo, sono diventata nervosa e mi è stato detto che ero sopra-medicata.

Ho deciso di sospendere il bupropione e sono rimasta con il Prozac, ma la mia condizione è peggiorata. Ho provato ansia e attacchi di panico, che non avevo mai sperimentato prima. Non avendo più risorse economiche, mi sono rivolta al medico di base, che mi ha prescritto di nuovo la paroxetina, ma questa volta ha solo peggiorato la mia ansia.

Dopo vari tentativi con diversi farmaci e aumenti di dosaggio, mi trovo in una condizione di forte ansia e distimia. Non riesco a trovare un farmaco che mi aiuti realmente. Recentemente mi è stata aggiunta la quietapina, ma non la sopporto.

Oggi, ho ripreso a prendere 25 mg di deniban e mi sento un po’ meglio, mi allevia anche l’ansia. Ma voglio interrompere l’assunzione di citalopram, poiché dopo due mesi non vedo miglioramenti, anzi sto peggiorando. Potrebbe darmi un suo parere in merito?

La ringrazio di cuore se potrà rispondermi.

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1 Risposte
dr Federico Baranzini Staff answered 11 mesi ago

Gentile Tiziana,

La ringrazio molto per aver condiviso la sua storia con me e per avermi concesso la sua fiducia. Comprendo quanto sia difficile affrontare queste situazioni e trovo molto coraggioso da parte sua l’aprirsi e condividere i suoi problemi.

Cerco ora di riassumere brevemente la sua storia: ha 60 anni, è caduta in depressione reattiva nel 2014, a seguito della menopausa e di eventi traumatici. Ha provato vari farmaci, con benefici temporanei, ma anche con effetti collaterali importanti. Ha vissuto momenti di grande dolore personale e attualmente si trova in una condizione di forte ansia e distimia, con difficoltà a trovare un farmaco che le dia veramente sollievo.

La questione del trattamento farmacologico è complessa, e spesso richiede tempo per trovare la combinazione di farmaci giusta per ogni individuo. La paroxetina, il deniban, il Prozac, il bupropione, la quietapina e il citalopram sono tutti farmaci utilizzati per trattare disturbi dell'umore e dell’ansia, ma possono avere effetti diversi a seconda della persona e possono richiedere aggiustamenti dei dosaggi.

Basandomi sulla mia esperienza clinica, le varie difficoltà e cambiamenti che lei ha incontrato sono comuni in pazienti che hanno attraversato situazioni simili. Tuttavia, è fondamentale continuare a lavorare insieme al proprio medico o psichiatra per individuare il trattamento più efficace e personalizzato.

Per quanto riguarda il suo desiderio di interrompere l’assunzione di citalopram, è molto importante che lei ne parli con il suo medico o psichiatra curante. Loro potranno valutare con lei i benefici e gli eventuali rischi di questa scelta, e potranno aiutarla a farlo in modo sicuro se decideranno che è la cosa giusta da fare.

Il suo racconto evidenzia una grande forza interiore e una resilienza notevole. È fondamentale mantenere la speranza, anche nei momenti più difficili. Il percorso può essere lungo e faticoso, ma non è mai tardi per cercare aiuto e trovare il trattamento più adatto. Le suggerisco di continuare a collaborare con i professionisti  e di considerare, se possibile, anche l’approccio psicoterapeutico, che potrebbe offrirle un ulteriore supporto.

Mi auguro davvero che lei possa trovare il sollievo che cerca e un percorso terapeutico che la aiuti a vivere con serenità. Spero che le mie parole possano esserle di un qualche conforto e sostegno.

Cordiali saluti,
Federico Baranzini

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